Franco Michieli

Ciò non toglie che il cammino resti una grande avventura con molte possibilità di perdersi. La geometria che spicca chiara se si guarda l’intera regione in pianta, si nasconde invece fra mille ondulazioni quando si scruta l’altopiano muovendosi sulla sua superficie. Viste da vicino, le forme di valloni, colline e laghi appaiono molto più frastagliate: vallette, gobbe, piccole insenature sembrano dirigersi in tutte le direzioni, contrariamente a ciò che apparirebbe in uno sguardo di tutto l’insieme.
L’esperienza è simile a quella di chi ammira i quadri dipinti con la tecnica del divisionismo, caratteristica per esempio di Giovanni Segantini: avvicinando gli occhi alla tela il dipinto si scompone in un’infinità di trattini multicolori, tra i quali sembra di smarrire la percezione del disegno, ma spostandosi indietro i singoli segni colorati si fondono tra loro e sulla retina si compongono meravigliosamente paesaggi e personaggi.
Come semplici uomini non possiamo staccarci dalla terra in mezzo a una vastità orizzontale per guardarla come fosse un quadro. E’ un limite che, come ogni altro, stimola a intuire ciò che non è palese, a immaginare l’invisibile e a provare vie senza sapere se portano dove vogliamo, procedendo per tentativi: ci fa diventare esploratori.
– Franco Michieli, La vocazione di perdersi – piccolo saggio su come le vie trovano i viandanti

Dal 13 al 15 Maggio 2016 ho partecipato ad un seminario di orientamento in Natura tenuto da Franco Michieli: un’esperienza unica basata sulla ricerca della “via” grazie alla riscoperta dell’orientamento attraverso gli elementi naturali e senza l’ausilio di alcuno strumento (carta topografica, bussola, altimetro o orologio… tantomeno il gps)!

La direzione ci viene suggerita dalla morfologia del territorio stesso grazie all’osservazione del paesaggio: in tal modo disseppelliamo un istinto naturale ormai sepolto da anni ed anni di tecnologia, relazioni ed escursioni precotte.

La mia esperienza non si è limitata alla frequentazione del seminario. E’ nata in me la curiosità di sperimentare questo metodo, sia in luoghi sconosciuti che in vallate già frequentate: l’universo delle possibilità esplorative che ci viene offerto dall’ambiente è pressoché infinito. E’ un’avventura formativa che consiglio vivamente a tutti.

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